È ancora di moda la verità?

E l'onestà? La sincerità? Si ascolta ancora la propria coscienza? O siamo diventati un popolo di cazzaroli? 
Mi sorprendo ogni giorno di più di ciò che si legge, si ascolta, si racconta.
Quest'ultima campagna elettorale, a suo modo estremamente movimentata e divertente (nella sua  "paraculaggine"), ne è un esempio lampante: da promesse subdole palesemente irrealizzabili, a restituzioni ingannevoli con tanto di lettere a casa e scassamento della privacy, a curricula con titoli di studio falsi... cioè, non parliamo di donne che mentono sulla propria età per un'effimera illusione di giovinezza, parliamo dei nostri futuri governanti, di persone che dovrebbero guadagnarsi la nostra fiducia, che dovremmo eleggere a nostri rappresentanti e che dovrebbero perseguire gli interessi della comunità... vabbè, sapete benissimo cosa dovrebbero fare. Con queste premesse però, il condizionale non solo è d'obbligo, ma diventa un indicativo imperfetto, troppo imperfetto.
Non so voi, ma io sono una strenua sostenitrice della verità ad oltranza: ho insegnato ai miei figli fin da piccoli a non dire bugie, anche minime che siano, a pretendere sempre la verità e combattere la falsità. Vabbè, se escludiamo quelle rarissime eccezioni comunemente dette "bugie a fin di bene"... non ditelo ai miei figli che mi capita di dirle anche a loro! In realtà tendo a non nascondere loro neanche verità scottanti per la loro pur giovanissima età, ed è una tattica che secondo me giova, sebbene all'inizio rimangano un po' spaesati. Ma chiudiamo questa parente(si).
Sono a favore della sincerità a tutti i costi, anche se può essere controproducente. La verità ti fa male, lo so... non perché ce lo cantava la Caselli, ma perché è proprio così: l'eccessiva sincerità potrebbe andare a discapito dei rapporti sociali. Puoi rimetterci amicizie, ed io ci ho rimesso e ci rimetterò. 
Mi vien da credere che noi sostenitori della Sincerità sbandierata anche da Arisa (e perdonate le mie citazioni musicali nazional-popolari, ma la musica entra sempre nel mio quotidiano in ogni sua forma ed espressione) siamo così poche gocce che forse riempiamo sì e no un laghetto di montagna. Pessimista? Forse. Stinco di santa? Per carità.
Non sopporto le falsità, non tollero le prese per i fondelli, a maggior ragione da coloro che dovrebbero guidarmi: politici, educatori, preti. O dai parenti. O da chi si professa mio amico. Non sopporto il nascondere, il far finta di nulla, il dimenticare, l'insabbiare. 
Mi rendo conto benissimo che, a livello di istituzioni, è più comodo lasciarci nell'ignoranza, all'oscuro di certe verità. Come un marito o una moglie cornuta. Perché ci sono di mezzo i poteri e i soldi. I soldi c'entrano sempre. Ma prima o poi la verità verrà a galla, ne sono sicura, magari più poi che prima, in molti casi. Perché, come hanno detto anche a Pistorius, si sa che le bugie hanno ehm... le gambe corte (arguta e bastardissima battuta di Cristina che prendo in prestito).
La mia razionalità non lascia molto spazio ai sogni, ma in fondo, credo che perseguire la verità sia uno dei sogni più grandi che vorrei veder realizzato nel mondo dove vivranno i miei figli, senza bugie come sono cresciuti... in teoria.

PS: so che sto farneticando, ma oggi va così. Se vi va, potete esprimere la vostra approvazione o la vostra contrarietà, l'importante è che lo facciate sinceramente.

Commenti

  1. Non è scandaloso avere una verità oggi e una domani. È scandaloso non averne mai.
    Dino Basili, Tagliar corto, 1987

    Ciao Morena, ti rispondo con un aforisma di Dino Basili. Di lui ti so dire solo che è un giornalista. Nient'altro.
    Credo però che la sua frase rappresenti quello che hai detto tu e quello che deve essere la realtà. Meglio sapere la verità, anche a piccole dosi ma comunque costanti piuttosto che vivere da ignoranti incolpevoli (forse incolpevoli).
    Parafrasando certi giornalisti che la distinguono dalla verità falsa (che assurdità! come se potesse esistere),
    la verità vera può, anzi, sovente fa male. Fa sanguinare. Ma tra soffrire per un po' e vivere costantemente come gli struzzi con la testa nella sabbia
    credo proprio ci sia differenza. Scelta personale, comunque. E negli ultimi tempi si vede.....

    RispondiElimina
  2. Grazie del tuo commento Hermi :-)
    Ho scritto un po' di getto, partendo da uno spunto "grande" per arrivare ad un discorso "piccolo"... ma ormai ero partita per la tangente seguendo il filo dei pensieri, ed ho lasciato così. Probabilmente manco si capisce molto :-D

    RispondiElimina
  3. No, no, Morena, si capisce cosa intendevi dire.
    In un mondo in cui tutto è esteriorità, magari anche fasulla perchè creata da chirurghi plastici più o meno bravi, da pseudo picoterapeuti da rivista,la sincerità, la verità, l'onestà contano poco.
    Essere onesti significa secondo i canoni odierni essere stupidi. Gli onesti ci rimettono perchè gli altri si credono più furbi. Non è detto che lo siano. Forse! Ma solo finchè non li beccano.
    La verità è dolorosa e allora perchè dirla? Tra la verità a tutti i costi e il meglio una bugia detta a fin di bene, vince il secondo. Perchè far soffrire e magari rompere amicizie, amori, o comunque legami che si reputano profondi? A parte il fatto che se lo fossero veramente sopravvivrebbero ad una brutta verità. Rinforzati, magari. Più sensibili ai cambiamenti e alle necessità della controparte.
    L'onestà... beh! Ci sarebbe se esistessero le altre due qualità. Se mancano non può esserci onestà

    RispondiElimina
  4. Arigrazie :-)
    Purtroppo ci confermiamo popolo di cazzaroli. Mi chiudo in silenzio stampa disgustata da quel 30% di italiani che continua a farsi prendere in giro. Oltre all'onestà, anche la moralità è andata a farsi friggere. E ciao.

    RispondiElimina
  5. La verità, l'onestà e la sincerità, non so proprio se sono ancora di moda. Sinceramente non mi sono mai curato di cosa è di moda oggi, o ieri, o domani.
    Credo però siano tre robe come dire, alla base di relazioni grandi e piccole.
    Credo siano importanti, molto.
    Il tuo rapporto coi figli così schietto, e non sempre vero, lo condivido in pieno.
    Ho incrociato il post non mi ricordo nemmeno dove, e l'ho letto d'un fiato.
    Dovrei rileggerlo passo passo per poter scrivere un commento degno.
    Ma non mi va. Voglio buttare sui tasti i pensieri che ora mi rimbalzano in testa.
    Ti farà ridere, ma leggendo le tue righe mi sono rivisto bene, ti ho sentita addosso, non opprimente ma sulla stessa lunghezza d'onda.
    Mi è piaciuto. Allora sono qui a commentare e scrivere BRAVA, continua così, e tieni botta ancora un po'.
    Continua a seguire la strada che percorri con l'onestà la verità e la sincerità, tutti ti riconosceranno per quella che sei, e se vorranno e se vorrai potranno camminare un po' con te.
    Beh, ora smetto di tediarti, ti saluto "avvertendoti" che appena ho un attimo (ho problemi di rete, sì nel 2013 io ho problemi di rete) girerò un po' per i tuoi umori, malumori, pensieri spensierati, appassionanti passioni...

    RispondiElimina
  6. Ciao TelA, innanzitutto grazie per avere letto.
    Il fatto che tu l'abbia letto d'un fiato mi fa pensare che fosse accattivante, uau, lo trovo un gran complimento, sappi.
    Non mi soffermo mai troppo a riflettere che i miei "pensieri del cactus" possano essere letti da persone che non mi conoscono, che si ritrovano qui per caso, magari alla ricerca di un'informazione su un cactus o sul "neon della cucina" che sembra essere una delle ricerche maggiormente effettuate... insomma, non penso che a volte i miei pensieri, così arruffati e spesso sconclusionati, possano non venire compresi da tutti. Chi mi conosce ormai lo sa, mi evita :-D
    Ma tu mi smentisci clamorosamente, e questo mi fa un immenso piacere. Perché ho capito che allora riesco pure a spiegarmi qualche volta!
    Ovviamente la butto sullo scherzo, come sono solita fare, ma ti ringrazio davvero tanto del tuo commento. Ti aspetto tra i miei pensieri del cactus, e non mancherò di buttare un occhio sul tuo blog! ciao e grazie!

    RispondiElimina

Posta un commento